Occhio ragazzi: se vi chiama un’ucraina dalla voce flautante non è per offrirvi servizi particolari, ma per avvertirvi che è in arrivo un pc “in regalo”. Non lo avete mai richiesto? Non importa, “avete dieci giorni di tempo per rinunciare”. Quando la truffa corre sul filo (del telefono).

[PREMESSA: almeno 5 volte nei giorni scorsi ha chiamato la Telecom chiedendo del “titolare” per “regalargli un pc”. Su esplicito input, la mia assistente ha risposto che “non ci interessa, grazie”. Ma stamattina la situazione si era già come dire, evoluta…. Da sola, naturalmente].

Squilla il telefono.
Rispondi.
Di là, con forte brusio di sottofondo, una voce dall’inconfondibile accento straniero (a orecchio, direi russo o ucraino) che come un disco rotto farfuglia che “…è Telecom Italia”, poi ti chiede se sei “il responsabile della comunicazione di questa azienda”. “Quale azienda?”, domandi. E lei: “Non lo so”. Si comincia bene…
Per agevolare la comprensione del seguito decritto, senza però variare la consecutio degli argomenti, la conversazione.
Io: “Con chi parlo?”
Lei: “Wdverr Tnbnhnc” (incomprensibile).
Io: “Desidera?”
Lei: “La volevo avvertire che Telecom Italia ha spedito a tutti i suoi clienti un pc portatile Toshiba e volevo avere una conferma per consentirle di restituirlo se non lo vuole”.
Io: “Conferma? Che conferma? Io non ho ordinato niente. Se lo mandate, non lo accetto”.
Lei: “Ma Telecom l’ha già spedito”.
Io: “Peggio per la Telecom, io non ho chiesto né accetterò nulla. Dunque perché e di che mi chiede una conferma?”
Lei: “Se non lo vuole può restituirlo”.
Io: “Ma io so già che non lo voglio. E non ho alcuna intenzione di perdere tempo per ricevere il pacco e poi doverlo rispedire. Non lo voglio e basta. Lo respingerò al mittente. Chi l’ha autorizzata a inviarlo?”.
Lei (confusa e balbettante): “Non lo so, sto solo facendo il mio lavoro”.
Io: “Allora lo faccia, chiedendo ai suoi capi chi è il responsabile di tutto questo. Anzi, mi passi uno dei suoi capi”.
Lei (dopo lunga pausa): “Le passo il mio responsabile qui…”.
Io: “Pronto?”.
Lui (con lo stesso accento della ragazza): “Buongiorno, sono Ygbxcb Phnxvfb (incomprensibile), responsabile del servizio clienti Telecom Italia. Telecom Italia sta inviando ai suoi clienti (segue accenno della pappardella precedente)…”.
Io: “Non ho capito il suo nome”.
Lui: “Ygbxcb Phnxvfb”.
Io: “Come?”
Lui: “Marco Tosca” (sic!).
Io: “Marco Tosca?”.
Lui: “Sì”.
A questo punto cade la comunicazione. O meglio, il sedicente Marco Tosca riattacca.
Segue mia chiamata al 191. Risponde prima un disco, versione al femminile della Voce del Golem di Gianluca Nicoletti nella rimpianta trasmissione radiofonica (e delle informazioni telefoniche delle FFSS anni ’90), poi l’operatore. Gli illustro il caso.
Lui cade dalle nuvole e mi rassicura dicendomi che non gli risulta alcuna richiesta di pc da parte mia.
“Lo so bene – dico io – infatti non ho ordinato nulla. Resta il fatto che ricevo una chiamata da Telecom che mi preannuncia l’arrivo del pacco”.
“Noi lo inviamo a chi lo chiede. Ma lei in base alla legge può sempre rinunciare entro 10 gg”, mi fa.
“Io però – aggiungo seccamente – non ho intenzione di rinunciare a nulla, non avendo richiesto nulla. Non voglio nemmeno perdere tempo ad aprire al corriere né a rispedire un oggetto che non ho richiesto”.
“Per questo vi chiamiamo prima”, replica lui.
“Ma Telecom non può spedirmi qualcosa senza il mio preventivo consenso nè tantomento può avvertirmi a spedizione avvenuta. Che succede se per sbaglio accetto il pacco, o al telefono risponde la mia domestica, o al portone va mio figlio? Perché dovrei perdere tempo con voi?”.
“Dev’essere qualche agenzia di vendita”.
“Sì, che però chiama a nome di Telecom Italia”.
Dov’è il problema?”, insiste l’operatore. “Se lei non vuole l’articolo, lo restituisce entro 10 gg”.
“Non solo non voglio l’articolo, ma non voglio né essere disturbato al telefono, né dal corriere in arrivo, né dal postino al portone. Quello che fate è illecito e approfitta della buona fede della gente. Poi ogni tanto incappate in un rompiscatole come me e allora sono dolori. Non meravigliatevi se i clienti parlano male di voi”.
“Mi scuso a nome di Telecom Italia per il disturbo”.
“Grazie, ma si scusi anche con i pensionati, le vecchiette, gli ingenui a cui in qualche modo appiopperete un pc inusabile o che costringerete ad andare alla posta per restituirvelo tramite raccomandata”.
Clic.
Morale: la telefonata dell’ucraina flautante è in effetti una proposta di servizi particolari. Solo che il soggetto passivo dovreste essere voi. Sempre.